Storico, filosofo e teologo italiano.
Tenuto al dovere della predicazione, fu «provinciale di
Terra Santa» - cioè compagno nelle predicazioni itineranti - del maestro
generale dell'Ordine, Tommaso De Vio e del successivo maestro Francesco
Silvestri: con quest'ultimo percorse tutta l'Italia -.
Il 20 gennaio 1536 fu nominato vicario del convento
romano di Santa Sabina.
Fu anche inquisitore di Bologna probabilmente dal 1550 al
1551 o al 1552, anno della sua morte.
L'opera più importante dell'Alberti, dedicata ai sovrani
francesi Enrico II e Caterina de' Medici, è senz'altro la “Descrittione di tutta l’Italia”, pubblicata a Bologna nel 1550.
E’ proprio in questa opera che l’Alberti, riferendosi all’ambiente
ternano, parla di selve di ulivi che producevano abbondanza d’olio e di vigne
di moscatello, di vernaccia e di una passarina senza semi, consumata fresca o
secca, tanto gradita ai romani.
Che la viticoltura fosse a cuore alle Magistrature
cittadine è provato dal fatto che gli Statuti del 1524 comminano ai guastatori
delle vigne le pene più severe tra quelle previste per chi avesse recato danni
negli orti o nei campi.
Bellissimo sito che non conoscevo e mi che mi riservo di visitare con maggiore calma ed attenzione. Calma ed attenzione che dispongono alla completa fruizione di quel che piace ed interessa. Grazie
RispondiEliminaFiorella Soldà