Dopo le argomentazioni addotte, pensavo non ci fossero
più dubbi circa le origini delle CIRIOLE ma nel settembre del 1993 le Edizioni
Coop. “Libro in piazza” stamparono, in una collana di ricette delle varie
cucine italiane, il libro di Anna e Piero Serra “A Roma se magna così”.
A pag. 61 del libro trovo la seguente ricetta:
CIRIOLE ALL’AGLIO
E OLIO
400 gr. Farina di grano duro
2 dl. Olio vergine d’oliva
6 spicchi di aglio
Un pezzetto peperoncino piccante
Un cucchiaio prezzemolo tritato
Sale
Con la farina, un po’ d’olio, un pizzico di sale e acqua
tiepida necessaria, fate un impasto molto sodo e ben lavorato.
Lasciatelo riposare per mezz’ora, poi tiratene una o più
sfoglie alquanto spesse, tagliatele in rettangoli.
Con le palmi delle mani infarinate, attorcigliate i
rettangoli attorno a grossi ferri da calze, in maniera da ottenere dei nastri a
spirale che ricordano le ciriole cioè quelle anguillette d’acqua dolce comuni
nel Tevere. Lasciatele asciugare, poi sfilatele e lessatele in molta acqua
salata.
In un tegamino soffriggete gli spicchi d’aglio con
abbondante olio e un pezzetto di peperoncino, versatevi sopra il soffritto e
mescolate.
Secondo il “Ricettario Nazionale delle Cucine Popolari”
dell’Accademia italiana della Cucina,
le CIRIOLE TERNANE si fanno così:
300 gr. Farina
Uno spicchio d’aglio
Peperoncino
Olio extra vergine d’oliva
Sale
Impastare la farina solo con acqua tiepida e sale e
lasciar riposare per una mezz’ora.
Lavorare la pasta a piccoli pezzi, dando alla stessa la
forma di grossi spaghetti dello spessore di un dito (“ciriole”).
Soffriggere l’olio, l’aglio e il peperoncino.
Cuocere le ciriole al dente in abbondante acqua salata,
scolarle, prima di servirle cospargerle con olio bollente, togliendo l’aglio
(una variante ternana è la ciriola con lo scrocchio: si fa soffriggere l’aglio
fino a renderlo di color marrone intenso: “l’aglio che scrocchia”)
Ora (?!?) … si tratta chiaramente di due piatti diversi:
gli ingredienti, salvo il prezzemolo, sono uguali, ma la fattura e la forma
delle ciriole risultano completamente diverse.
Le ciriole romane sarebbero simili all’anguilla, quelle
ternane hanno la forma dei curioli o delle stringhe delle scarpe.
Ma … mi viene a mancare una certezza: credevo che per i
romani le ciriole fossero solo le anguillette … non è così, anche per la cucina
romana CIRIOLA è sinonimo di pasta !!!
(segue)
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