La parte meridionale
dell’Umbria – in pratica la provincia di Terni – è la zona più romana della
regione, quella che nei primi decenni dell’Ottocento i pittori stranieri in
cerca di emozioni sotto forma di natura e di storia, dal tirolese Koch agli
olandesi Knip, Voogd e Teerlink, dal tedesco Blechen all’inglese Turner al
francese Corot, non esitavano ad inserire tra le soste più desiderate del loro
viaggio italiano.
Purtroppo la fortuna dei
nostri luoghi o meglio l’attrazione che essi esercitavano sugli artisti subì un
brusco arresto quando “la campagna presso
Terni fu giudicata ideale per la Regia Fabbrica d’Armi, poi per l’Acciaieria; i
fondovalle, le terrazze fluviali, i pendii che avevano incantato Corot
divennero i pezzi di un sistema idrografico da sfruttare per l’industria; a
Collestatte, Papigno, Marmore, Galleto si impiantarono fabbriche, centrali
elettriche, cave di pietra”; e “la
Valnerina dette nome ad una Società Industriale da cui dipendevano fabbriche da
costruire in altri punti caratteristici del paesaggio della valle, a Nera
Montoro e a Narni, non lontano dal ponte di Augusto” (1)
Indubbiamente l’industrializzazione
ebbe l’effetto di escludere l’area meridionale dell’Umbria dalle mappe
nazionali e regionali storiche-artistiche e più in generale culturali ed
ambientali ma questo è un altro tema; in questa mio ragionamento l’attenzione è
posta sulla tavola, sul cibo e sul rapporto e l’influenza che Roma esercitò
sulle abitudini gastronomiche e culinarie ternane.
La preparazione di banchetti raffinati
per ospiti eminenti – Clemente VIII diretto, con la corte, a Ferrara (1598); il
Conte Ranuccio di Parma che andava a Roma ad impalmare la nipote del Papa
(1599); la regina di Svezia, che aveva abdicato al trono (1655) – non poteva
essere affidata dalla Municipalità o dalle famiglie gentilizie, quando
ricevevano in casa (i Manassei Clemente XIII, i Canale Pio V, i Gazzoli Pio VI)
o altri meno illustri visitatori, a cuochi che non conoscessero le raffinatezze
della corte papale o delle dimore principesche romane.
(1) Provincia
dell’Umbria, La pittura dell’Umbria meridionale dal Trecento al Novecento, p.
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