sabato 3 agosto 2013

INFLUENZE ROMANE




La parte meridionale dell’Umbria – in pratica la provincia di Terni – è la zona più romana della regione, quella che nei primi decenni dell’Ottocento i pittori stranieri in cerca di emozioni sotto forma di natura e di storia, dal tirolese Koch agli olandesi Knip, Voogd e Teerlink, dal tedesco Blechen all’inglese Turner al francese Corot, non esitavano ad inserire tra le soste più desiderate del loro viaggio italiano.
Purtroppo la fortuna dei nostri luoghi o meglio l’attrazione che essi esercitavano sugli artisti subì un brusco arresto quando “la campagna presso Terni fu giudicata ideale per la Regia Fabbrica d’Armi, poi per l’Acciaieria; i fondovalle, le terrazze fluviali, i pendii che avevano incantato Corot divennero i pezzi di un sistema idrografico da sfruttare per l’industria; a Collestatte, Papigno, Marmore, Galleto si impiantarono fabbriche, centrali elettriche, cave di pietra”; e “la Valnerina dette nome ad una Società Industriale da cui dipendevano fabbriche da costruire in altri punti caratteristici del paesaggio della valle, a Nera Montoro e a Narni, non lontano dal ponte di Augusto” (1)
Indubbiamente l’industrializzazione ebbe l’effetto di escludere l’area meridionale dell’Umbria dalle mappe nazionali e regionali storiche-artistiche e più in generale culturali ed ambientali ma questo è un altro tema; in questa mio ragionamento l’attenzione è posta sulla tavola, sul cibo e sul rapporto e l’influenza che Roma esercitò sulle abitudini gastronomiche e culinarie ternane.
La preparazione di banchetti raffinati per ospiti eminenti – Clemente VIII diretto, con la corte, a Ferrara (1598); il Conte Ranuccio di Parma che andava a Roma ad impalmare la nipote del Papa (1599); la regina di Svezia, che aveva abdicato al trono (1655) – non poteva essere affidata dalla Municipalità o dalle famiglie gentilizie, quando ricevevano in casa (i Manassei Clemente XIII, i Canale Pio V, i Gazzoli Pio VI) o altri meno illustri visitatori, a cuochi che non conoscessero le raffinatezze della corte papale o delle dimore principesche romane.

(1)    Provincia dell’Umbria, La pittura dell’Umbria meridionale dal Trecento al Novecento, p. 23

Nessun commento:

Posta un commento