Abbiamo visto quanto sia difficile attribuire l'origine del termine "ciriole", con specifico riferimento al piatto della cucina ternana, nonostante le mie, seppur minime, ricerche. Non si può di certo sostenere che esso possa derivare dalla gastronomia romanesca (nella quale "ciriole" sta per "anguillette del Tevere in casseruola") se non in senso molto lato perchè in effetti soltanto la forma cilindrica accomuna ciriole romane (anguilline) e ciriole ternane (tipo di pastasciuta).
E' certo che fin dal tempo antico - in verità più nelle campagne e nelle trattorie popolari che nelle case delle classi medio-alte le "ciriole all'aju e all'oju" costituivano il più caratteristico piatto della cucina cosiddetta casareccia.
Girando per trattorie e ristoranti del ternano mi sono accorto che esse, pur figurando in tutte le liste, non esistono più, o meglio, non esistono più quelle tipiche della vecchia tradizione; sono praticamente scomparse principalmente perchè non esistono più, o sono sempre più rare, le donne che hanno assorbito dalle madri o dalle nonne le pratiche elementari, le molte attenzioni ed i piccoli segreti per la preparazione delle buone pietanze della cucina tradizionale ed in particolare di quelle che, come le ciriole, richiedono tempo ed anche un po' di "olio di gomito" perchè riescano bene. Le ciriole, per le semplici materie prime che richiedono, rappresentavano in effetti un piatto alla portata di chiunque, perchè qualunque famiglia, anche nella povera economia agricola del passato, era in condizione di possedere un sacchetto di farina ed una bottiglia d'olio.
E questi sono gli unici ed i soli ingredienti delle tradizionali e tipiche "ciriole alla ternana" !!!
Oggi invece, quando nei ristoranti e nelle trattorie si parla di ciriole s'intende parlare di un piatto cui alla vecchia salsa (aglio e olio) è sostituita normalmente quella al pomodoro con peperoncino e con diverse varianti quali, ad esempio, pomodoro e funghi, pomodoro ed asparagi, tartufo, ed altre.
Nessun commento:
Posta un commento