La famiglia Gazzoli aveva
raggiunto nel secolo XVIII una consistente potenza economica, grazie ad alcune
attività commerciali, tra le quali la gestione di una ferriera, in società col
marchese Sciamanna. Nel 1794 il cavalier Pietro Gazzoli batte personalmente
moneta nella zecca di Terni, che si trovava vicino Porta S. Giovanni. Nel 1803
Luigi Gazzoli diventa cardinale, dopo aver governato a Città di Castello,
Ascoli Piceno, Loreto ed Ancona, a Todi e ad Amelia.
Si deve proprio a Luigi Gazzoli
la costruzione del palazzo, su progetto dell'architetto romano Andrea Vici,
primo ingegnere della Congregazione delle Acque dello Stato Pontificio.
Il complesso era costituito
dal palazzo, dalla piazzetta antistante delimitata da una quinta intonacata a
bugne piatte da cui si accedeva agli orti e alle scuderie e dalla cappella di
famiglia che riporta una lapide con la data del 1795 e lo stemma dei Gazzoli.
Il palazzo fu costruito su edifici preesistenti, tra cui un impianto termale
d'epoca imperiale romana che è stato riportato alla luce all'interno del
cortile, nel corso degli ultimi lavori di restauro.
Lo schema tipologico del
palazzo deriva da quello del palazzo tardo rinascimentale romano, con una corte
interna su cui si affaccia un loggiato a doppio ordine, con volte affrescate a
grottesche. Le sale del piano nobile sono decorate con scene mitologiche e a
grottesche eseguite da Liborio Coccetti.
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