martedì 30 luglio 2013

LE ORIGINI



La zona del ternano è la più umbra dell’Umbria e la più romana della regione. Le assonanze e le reciproche influenze non si limitano alle sole discipline artistiche ma vanno estese alla complessità del comportamento e, passando anche per il linguaggio, pure nella cucina ci sono relazioni strette tra Roma e Terni.

Quanto ci sia di romano nella cucina dell’Umbria meridionale e di umbro nella cucina romana è tutto da scoprire anche per la correlazione delle cosiddette cucine regionali e per la poca rispondenza dei confini amministrativi che non costituiscono mai invalicabili limiti territoriali.

Il continuo passaggio per Terni di personaggi di grande lignaggio, i rapporti anche di parentela della nobiltà di Terni con l’aristocrazia di Roma sono stati necessariamente elementi di stimolo per l’affinamento della nostra cultura conviviale.

La patria di Cornelio Tacito non era certo di secondo piano: la cita l’Alberti nel suo “Città d’Italia” e Giacomo Lauro nel 1637 colloca la Historia di Terni tra quelle delle più importanti città del mondo.

Artisti e pittori, ispirati, passeggiavano dentro e fuori le mura, visitavano la “Cascata”, il “Lago”, il “Ponte” e ammiravano la bellezza della gente. E’ di Corot la “giovane italiana di Papigno”, elegante e raffinata come una “modella” d’alta moda.

I giudizi ed i comportamenti dei viaggiatori sono disparati: se Saume scopre nella “Valle del Nera” il Paradiso, altri scoprono le venti once delle pesche di Papigno, i vitelli buoni come quelli di Roma, i piccioni più grandi del mondo, il vino buono e la grande qualità e dimensione di altri prodotti culinari.

Stendhal raccomanda nel Viaggio in Italia di passare per Terni e visitare la Cascata e prima o poi, Costanza Farnese, Maria Casimira di Polonia, Cristina di Svezia, Mozart, Goethe ed altri una visitina nella nostra città ce la fanno.

L’ospitalità veniva offerta dalle Confraternite di S.Nicandro e di S.Antonio e, per le persone di rango, dalle case dei nobili e dalla Curia, ma Costanza, figlia di Paolo III, giunta improvvisa, deve pernottare all’osteria Corona.

Vari documenti ci fanno sapere anche quali fossero, in tempi diversi, gli alimenti che transitavano per Terni, i vincoli quaresimali, le norme per il pane, le tariffe sui generi alimentari, il regolamento delle bettole  e delle osterie. Le minestre dei poveri dell’800, le porta-pranzare e le mense operaie portano alla luce la storia della fame e delle fatiche dei ternani.

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