venerdì 19 luglio 2013

IL SENSO



Una stazione, un treno fermo: predisposto a partire o già arrivato?
Delle due ipotesi, ancora oggi, il pensiero che mi ispira è il primo.
Sono alla soglia dei miei quarantotto anni ed ancora nella meravigliosa attesa di un treno in partenza, come Harry Potter per Hogwarts ... ho sempre sentito questa aspirazione, come uno stato da raggiungere.
Così ho sempre cercato di fare nei miei anni, inseguendo sogni sempre perduti e ripercorrendo in tutte le direzioni e senza sosta l'Italia. E se un giorno perderò la possibilità di viaggiare, non potrò perdere mai la memoria della bellezza, dei profumi, dei sapori della "mia" Italia.
Iniziai a girarla nel modo migliore: senza metodo.
Provo una benevola compassione per chi parte con l'intenzione di visitarne sistematicamente una regione, una città, un paese, dotato di guide, programmi, repertori.
Notti veneziane, notti romane, bellissime notti a Brindisi, Guastalla, Pontremoli, Gravina, Altamura ...
Iniziai a girare l'Italia partendo all'improvviso per Lucca, poi Monselice, Luvigliano, Noventa vicentina; e anche Pojana maggiore e mille altri paesi.
E' lì che iniziò il mio viaggio ... e da quel momento fui perduto ... con tutti e cinque i sensi consumai città e paesi, e sì ... perché viaggiare significa spremere, salire e scendere scale, guardare i balconi fioriti, sentire l'odore di un soffritto all’ora di pranzo fra le viuzze deserte di un anonimo paesino, osservare i vecchi seduti sugli scalini raccontarsi la vita con i loro vicini, ascoltare il ritmico martellare di un fabbro nella sua bottega, sfiorare con le mani un muro “a secco” di pietra calcare, rugoso e bianco come un lenzuolo pulito, di un'antica abitazione pugliese riarsa dal sole.
L'orgasmo della scoperta: Fontanellato, Traversetolo, Rivarolo del Re, Quattro Castella, Montefiore dell'Aso, Offida, Asciano, Palmanova, Gerace, Gaeta, Ardore, Diamante, Pentedattilo, Leonforte, Lanciano, San Severino, San Severo, Poggiardo, Bitonto, Brisighella, Gualtieri, Melfi, Calatafimi, nella memoria diventano un solo luogo, conservano l'emozione di ciò che vidi per la prima volta: si sovrappongono torri e campanili, castelli e cattedrali; e non m'importa più di ricostruire con la memoria l'identità dei luoghi. 
Il viaggio come uno stato d’animo.
In ogni piccolo borgo d’Italia c’è un locale che attribuisce sapore e verità ad ogni pietra. I luoghi più lontani, le memorie di monumenti, fantasmi che riaffiorano sotto nuovi insediamenti; un melo in un giardino, un albero di arance, un vaso di limoni sorrentini su un balcone … tutto acquista senso ed il senso si trasferisce, grazie alla memoria, dagli appunti di viaggio sulle pagine di un taccuino alla mia mente: poesia ed emozione …
L’Italia è senza fine, come è senza fine il desiderio. Ogni città, ogni paese ne nasconde altri, distinti per secoli, per ere, per civiltà.
Campi infuocati dal sole mediterraneo di Castelvetrano, fredde primavere dell’Aquila e poi Vicovaro e la volta successiva Anticoli Corrado. In certi luoghi si concentra, come per un misterioso richiamo, lo spirito della terra.
Ad Anticoli Corrado, con la grande piazza che sembra predisposta per un rodeo, pernottai in una stanza con un elegantissimo giardino affacciato sulla valle; da lì potei notare, attraverso le finestre aperte, uno studio in calcolatissimo disordine con una perfetta regìa che dava senso anche alla polvere, alla foglia posata sul davanzale, alla sedia sfondata, alla colata d’acqua sul muro. C’erano cavalletti da pittore in quella stanza, cavalletti che, come alberi, si piegavano nella direzione della luce; tutto intorno, perfettamente ordinati, i colori, i pennelli, gli inchiostri, i fogli pronti per la stampa e anche antiche carte macchiate e predisposte per i segni della matita o della penna: ordine e disperazione.
Quella mattina, a quella vista, ricordo perfettamente che ebbi estrema, decadente coscienza, della fine delle civiltà.
L’Italia è questo: civiltà che muoiono e poi continuano a vivere nei monumenti che ne sono i fossili. A Roma e a Verona, il Colosseo e l’Arena hanno funzione di spartitraffico. Reliquie di un’epoca scomparsa convivono con noi come sopravvissuti di un altro mondo.
Noi italiani abbiamo un privilegio; di città in città ritroviamo gli strati di civiltà, sovrapposte separate e distinte come la pasta sfoglia in un millefoglie: gli uomini etruschi e gli attuali abitanti di Tarquinia, i cittadini greci ed i pastori di Segesta.
Ho visto molto più di quanto racconto ma ho deciso di fermarmi per scrivere e raccontare prima di tutti a me stesso: tappe, soste, soggiorni, veglie e sonni, visioni e sogni, passeggiate e descrizioni, da Venezia a Cefalù con più attenzione all’Umbria perché questa è la terra di mia madre e di mio padre a cui voglio molto bene.
Ecco allora Mozart … “notte e giorno d’intorno girando” che da esattamente l’idea di ciò che sono, di un andare senza mèta, di un vagare instancabile, un’idea dell’Italia, dei suoi sapori, dei suoi odori, dei suoi colori, delle sue tradizioni, che qui racconto per salvarli nella mia memoria.

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